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11.05.2010 - E' STATA UNA PRATICA SOLLECITATA DA DI PIETRO
Da "Il Giornale" dell'11 maggio 2010
 

di Redazione

I colloqui dell'imprenditore Alessandro Giorgetta con il finanziere che gli ha rivelato il piano ordito per colpire l'ex ministro Clemente Mastella

E due. Ecco la seconda registrazione effettuata dall’imprenditore Alessandro Giorgetta all’investigatore della Gdf che gli ha spifferato del piano ordito per colpire l’ex ministro Clemente Mastella. È il 3 febbraio del 2009. Il finanziere fa chiaramente cenno a un «esposto» (di cui non si trova traccia nel fascicolo processuale) riferibile ad Antonio Di Pietro che (ne parliamo nell’articolo accanto) prima conferma di averlo presentato e poi lo smentisce. «È stata una pratica sollecitata da Di Pietro» sibila il finanziere della tenenza di Termoli. Che aggiunge come, nelle intenzioni degli inquirenti, vi fosse l’intenzione di trovare qualcosa su Mastella: «Noi pensiamo che ci sta pure ’sto coso, come si chiama quell’ex ministro della Giustizia che mo’ sta a casa, che mo’ fa la soubrette? GMC

Giorgetta: «O però, dimmi qualche cosa di più, sono curioso...». Finanziere: «Ma di che?».
G: «Di questo esposto di Di Pietro, sono curioso».
F: «Ma te l’ho detto, ma santa pazienza, ma dai... Ma perché mo’. È stata una pratica sollecitata dall’allora ministro Di Pietro».
G: «Vabbuò».
F: «Tu mi hai detto che ci andavi a mangiare con Di Pietro, mo’ non mi saluta più. Mi ricordo questo particolare».
G: «Io pensavo che era riferito a quello, riferito all’amicizia che avevamo in comune poi».
F: «Poi c’è uscito il discorso che Di Pietro difendeva Cianci (l’amico del cuore di Tonino che lo stesso Di Pietro “tradì” quando, da suo avvocato, passò con le parti civili che sostenevano l’accusa per l’omicidio della moglie del suo amico, ndr) ma me l’hai detto tu, l’ho letto sul giornale ma non, che non c’entro un cazzo. L’esposto diceva che tu insieme a Nuozzi...».
G: «Nuozzi...».
F: «E n’altro e uno eravate in tre...».
G: «... dell’Ave Maria».

*****
Finanziere: «Questa storia è proprio uno schifo. Non uno schifo targato Giorgetta, è uno schifo targato sistema».
Giorgetta. «Ma voi quello volevate attaccare».
F: «Eh?».
G: «All’inizio voi a quello pensavate, di arrivare in alto, voi. O no?». F: «Sì, le direttive erano quelle. Le direttive erano quelle».
G: «Secondo me voi immaginavate legami con i politici».
F: «Ti ricordi che io ti dissi, senti dimmelo così in mezzo alla strada, dimmelo chi ci sta? Noi pensiamo che ci sta pure coso, come si chiama quell’ex ministro della Giustizia che mo’ sta a casa, che mo’ fa la soubrette».
G: «Ah... coso...».
F. «Mastella».
G: «... Mastella».
F: «Gira voce che ci sta pure Mastella».
G: «Con me? Socio con me? Mastella?».

***
Giorgetta: «Ma su ’ste cose c’avete creduto su quello?».
Finanziere: «Ma non lo so, l’hanno mandato in procura».
G: «La procura c’ha creduto però e ci crede ancora secondo me, uh?».
F: «Magari vuole assoldare nel partito, no? Evidentemente qualcuno è interessato ad entrare nel partito. Eh eh eh (risata)!».
G: «A Magrone (procuratore capo di Larino, ex parlamentare della Sinistra indipendente, ndr) lo voleva come senatore mo’. È possibile, oh...».
F: «Così gira voce».
G: «Possibile!».
F: «Così ho sentito».
G: «Sarebbe possibile».

Estratto conversazione del 3.2.2009
Giorgetta: «(fa il nome del finanziere) penso che con me, con l’indagine mia, chissà dove cazzo voleva arrivare la procura». Finanziere: «L’indagine tua, io te l’ho detto, l’ho scoperto da ultimo, è stata avviata, perché m’hanno dato un dischetto interno loro, e l’hanno dato pure a me una copia, perché quando avevano bisogno di qualche cosina io gli avrei dovuto comunicare la pagina e il numero della numerazione loro, io non ce l’ho, m’hanno dato il dischetto, mi faccia la cortesia quando abbiamo bisogno di una cosa me la vai a trovare tu e ci dici che numero gli abbiamo dato noi. A me da quel dischetto io ho avuto tante informazioni e te l’ho anche detto. Là, Di Pietro, che cazzo aveva fatto, un esposto. Di Pietro, così, il compare tuo là, che mi hai detto che era l’amico tuo...».
G: «E a me mi ha coinvolto sul conto... con Pasqualino Cianci?».
F: «No, no, no...».
G: «Di Giandomenico (l’uomo che nel 2001 ha sconfitto Di Pietro nel collegio uninominale di Termoli dove Di Giandomenico è stato sindaco prima di diventare deputato dell’Udc. In questa veste è finito sotto processo a Larino in un’inchiesta durata sette anni, inchiesta per certi versi surreale perché recentemente trasferita a Bari dopo che si è scoperto che Larino non era competente a indagare, ndr)?».
F: «No, no. Come imprenditore del settore edile dedito alla distrazione di finanziamenti pubblici operante sul territorio nasso-molisano».
G: «Ed hanno coinvolto pure me?».
F: «E te l’ho detto, dai...».
G: «Non mi ricordo. Ti giuro, ti giuro. Pensavo che era il fatto di Pasqualino».
F: «Ma chi, Pasqualino Cianci?».
G: «Tu mi dici qualche stupidata. Notizia, non stupidata».
F: «Io quella cosa (il documento in cui si darebbero indicazioni per colpire Mastella, ndr) no non te la posso dare. Perché sono combattuto tra il dirtelo e il non potertelo dire...». 


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