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03.01.2009 - "La mia rinascita? Comincia in Abruzzo"
2 settembre 2008 da "Liberal" Parla Mastella: il futuro è nella Costituente di centro
 
colloquio con Clemente Mastella di Francesco Capozza

L ombellico del mondo politico. Così appari va - solo un anno fa - Ceppaloni, patria e re sidenza dell’allora ministro della Giustizia Clemente Ma- stella. Proprio in questi giorni del 2007 si svolgeva a Telese, pochi chilometri dall’uscita autostradale di Caianello, la festa dell’Udeur, tradizionalmente uno degli avvenimenti politici più attesi della stagione estiva. Oggi, a 365 giorni di distanza, l’Italia di Prodi e Padoa Schioppa, di Massimo D’Alema e Antonio Di Pietro, di Fausto Berti notti e Franco Marini sembra distante anni luce. Il governo di allora è solo un brutto ricordo per la maggioranza degli italiani e gran parte dei membri di quell’esecutivo non siedono nemmeno più in Parlamento. Dopo mesi di silenzi, di riflettori spenti, di esilio per certi versi imposto, Clemente Mastella ha voglia di fare il punto della situazione politica personale e per farlo ha scelto liberai. Così noi, in un torrido sabato di fine agosto, ci siamo diretti alla volta di san Giovanni, frazione di Ceppaloni, ricevuti nella splendida (ma non faraonica come molte malelingue hanno spesso sentenziato) villa dei coniugi Lonardo-Mastella. «Chiedo scusa per il caos, ma sai, stasera c’è la festa di compleanno di mio figlio». Così, quasi fossi uno di casa, vengo accolto dal l’ex guardasigilli che mi appare disteso e rilassato, sebbene una stretta dieta lo costringa ad un piatto di verdure crude, mentre io, insieme alla sua famiglia ci deliziamo con una strepitosa mozzarella di bufala. «Viene da Caserta, un’altra delle nostre roccaforti, lì — come in quasi tutta la regione - siamo ancora il secondo partito», dice Mastella con occhio ammiccante non a noi, ma alla mozzarella proibita.
Onorevole Mastella, un anno fa avrebbe mai pensato a una situazione del genere? Niente più governo Prodi, un’intera classe dirigente spazzata via...
Francamente no. Sapevamo tutti che il consenso era diminuito, ma che un’intera stagione politica finisse così brusca mente e radicalmente non lo avrei mai immaginato.
Di chi sono le colpe?
Sebbene si sia fatto di tutto per attribuire le responsabilità ad una sola persona, credo che al la base di tutto ci siano degli errori politici per certi versi anche banali. Comunque, in una coalizione così lacerata, era quasi impossibile rimettere insieme i cocci.
E gli errori che hanno fatto perdere le elezioni in modo così schiacciante al centrosinistra?
L’aver creduto che in Italia si potesse creare dal nulla il bipartitismo. Il «voto utile» non ha fatto che nuocere al centrosinistra che già partiva svantaggiato. Ma credo che sia stato anche un problema di leadership.
Cioè? Mi faccia capire.
Veltroni ha sbagliato tutto, in maniera imbarazzante. Mentre Berlusconi è riuscito ha creare intorno a sé una coesione totale, nel centrosinistra il Pd — che non è altro che un Pds privato di una consonante - è voluto andare da solo, sperando di at trarre su di sé i voti del Centro.
Invece?
Invece è stata un’operazione perdente fin dall’inizio. Isolare Casini, come pure si era cercato di fare prima con me quando si era al governo, non ha fatto altro che spostare voti dall’altra parte.
Casini ha sbagliato ad andare da solo?
Quello di Pier Ferdinando Casini è stato un gesto di coraggio molto importante. Ha difeso un simbolo ed una tradizione ed ha rischiato moltissimo. Magari, sebbene il martellamento mediatico da parte del PdL e del Pd verso il «voto utile» abbia sfavorito tutti gli altri, con qualche accorgimento si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore.
Cosa intende dire?
E molto semplice, se avessimo fatto un accor do Udc-Udeur, avremmo avuto matematica mente 12 senatori, superando lo sbarra mento dell’8% in Campania, Puglia e Calabria invece che solo in Sicilia.
Ora però un certo dialogo con 1’Udc si è instaurato.
Sì, con gli amici dell’Udc si sta lavorando per una Costituente di centro in grado di ridare voce ai democratici cristiani e a chi non si sente rappresentato né da questo governo né dal bino mio Pd-Idv. Concentrandoci su questo progetto credo riuscire mo a sabotare il piano di chi vuole eliminare il centro.
E in previsione dei prossimi impegni elettorali c’è già qualche accordo?
Non ci sono ancora accordi formali né candidati comuni, siamo in attesa di vedere come e quando decollerà questa Costituente. Io credo che bisogna fare in fretta, per non rischiare di arrivare agli appuntamenti elettorali dell’anno prossimo con l’affanno. C’è tutto lo spazio per degli accordi programmatici che ci consentano di essere indispensabili per la conquista di molti Comuni e Pro vince. Qui in Campania, per esempio, siamo ancora il secondo partito in molti comuni. Con l’Udc potremmo essere il primo.
Ci sono anche appunta menti elettorali prima del l’anno prossimo. Penso al l’Abruzzo, per esempio. Lei ha rilanciato l’Udeur in pista proprio da lì nei giorni scorsi...
Stiamo lavorando alle Regionali abruzzesi. Sicuramente l’Udeur non si muoverà senza prima aver capito cosa vuol fare l’Udc. Mi sembrano maturi i tempi per un alleanza già a novembre. Ma aspettiamo a dirlo, anche per scaramanzia.
Come sono i rapporti con il Pd?
Corretti.
E quelli con il PdL?
Ho buoni rapporti personali con qualche dirigente, ma dal punto di vista politico non ci sono contatti.
Come si sta muovendo il governo Berlusconi?
Se il centro sinistra è quello che vedo, praticamente al lo sbando, e se Berlusconi avrà vita lunga o non deciderà di lasciare il passo, credo che rimarrà al governo per moltissimo tempo. Indipendente mente dall’azione dell’esecutivo che, a dire il vero, per molti versi è positiva. Molti dei nostri sindaci, per esempio, dopo aver ascoltato le parole di Berlusconi a Napoli sul l’emergenza rifiuti superata sono rimasti molto soddisfatti del lavoro compiuto dal governo e da Bertolaso.
E sulla riforma della legge europea?
Il punto fondamentale è conservare le preferenze. Poi, cercare di mantenere una soglia di sbarramento troppo penalizzante.
La bozza Calderoli prevede il 4% ma Berlusconi punta al 5%.
Il disegno politico di Berlusconi mi pare evidente.
E qual è?
Far fuori, dopo la sinistra radi cale, anche l’Udc. E con il 5% potrebbe essere un rischio.

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