Home page
News
Appuntamenti
Comunicati Stampa
Sabato, 20 Aprile 2024 CERCA   CONTATTI

 
Statuto
Segretario politico
Modulistica
Trasparenza
 
POPOLARI UDEUR : Appuntamenti Invia news  |  Scarica PDF
03.07.2008 - Dio Perdona, Mastella quasi
29.06.2008 "Unione sarda" Cosa resta dell’Udeur e di un grande feudo politico
 
Sbotta subito, distendendo un faccione di gomma che per gli italiani è diventato simbolo: “Non sono la madre di tutte le schifezze”. Prigioniero felice nel suo ufficio romano mentre fuori si crepa di caldo (ha tagliato la corda anche il ponentino), Clemente Mastella mostra un campionario di ferite da combattimento e la certezza di risorgere se non proprio in tre giorni in un tempo comunque politicamente utile. “Presenteremo liste alle prossime provinciali”.
Sessantun anni, sponsor conclamato e orgoglioso di Alessandra Martinez (vedi intercettazioni Berlusconi – Saccà), ha attraversato prima la seconda repubblica a passo sciolto con la divisa da titolare in diverse squadre. Ha all’attivo nove legislature, un proscioglimento a pieno titolo del gip di Catanzaro, una seccatura in corso (concussione) presso la procura si Santa Maria Capua Vetere.
E’ stato ministro della Giustizia nell’ultimo governo Prodi, che ha fatto cadere con premeditazione e manina alzata nell’aula di palazzo Madama.
Da lì si è sollevato un tornado che l’ha poi scaraventato a terra lasciandolo intontito e bi-trombato. Ossia trombato due volte: perché oggi non è più niente o quasi. Il suo partito (l’Udeur simboleggiato da un campanile) si è quasi sciolto come un cremino dimenticato al sole, il centro-sinistra (area di appartenenza) ha rifiutato sdegnosamente di riprenderlo a bordo, il centro-destra (area di tentazione) ha fatto finta di non conoscerlo. Alla faccia di chi diceva che c’era un patto scellerato e un segreto tra lui e Berlusconi.
Il suo vice si chiama, anzi si chiamava (nel senso di vice) Antonio Satta: è stato tra i primi a squagliarsela a gambe levate conquistando un ruolo di prestigio in una formazione new entry, i Cristiano Popolari. A ruota hanno seguito i tre consiglieri regionali che, travolti dal tormento ideologico, sono passati armi e bagagli all’Udc ( Sergio Marracini, Renato Lai) e a Forza Italia ( Pietro Pittalis). Intorno a Mastella, insomma, si è creato il deserto, vuoto pneumatico. “Sono diventato un alibi: io, soltanto io, incarno la Casta”. Il che è sicuramente riduttivo ma lui – come un san Sebastiano trafitto – ritiene di aver pagato il prezzo più alto nella nevrotica legislatura appena trascorsa.
Quelli erano giorni, si erano giorni e al mondo non potevi chiedere di più: Clemente è stato il ministro dell’indulto, il ministro del decreto anti- intercettazioni con piccoli sconti per i giornalisti, il ministro sabotato mentre si sgranchiva nello yacht di uno stilista amico, il ministro che ha imbarcato familiari su un aereo di servizio. Attenuanti specifiche: il suo collega di governo Antonio Di Pietro gli ha dato il tormento del cece, Marco Travaglio e Beppe Grillo l’hanno bombardato con appassionata intensità da americani in Vietnam. E lui? Duracell, sempre in piedi. Anche adesso che la tempesta è passata lasciando soltanto polvere e ricordi.
Con l’aggiunta, va da sé, di qualche conto da regolare. Perchè, anche se non lo dice a chiare lettere, non può finire così. Il Mastella rottamato sta riacquistando forma e vigore. Sotto le braci quasi spente, cova un’ira che – per ragioni di pragmatismo politico – ha messo a bagno nella moderazione. Avanti al centro, Mastella c’è.
Eccolo di nuovo.
Del campanile Udeur non resta che qualche brandello di muro.
“No direi. Restano l’esperienza vissuta e tanti amici veri. E sottolineo veri. L’amicizia è un dono, amico è soprattutto chi ti sta accanto nei momenti difficili”.
E invece: evasione in massa.
“Strano, sono fuggiti quelli che avevano ottenuto di più. Non quelli di mezzo, non quelli in buona fede. Se ne sono andati gli altri. Pazienza: ricominciamo”.
Satta, suo ex vice, è stato un centometrista della fuga.
“Gli faccio i migliori auguri. Spero abbia più fortuna di quella che gli ho garantito io. Ricordo solo, en passant, che non è stato eletto in Sardegna: non aveva i voti per farcela. L’ho nominato io sul campo” .
In che modo?
“Gli ho detto, a lui come ad altri, tu farai il deputato, guadagnerai 15-16 mila euro al mese. Un sacco di soldi, no? Sono stati irriconoscenti”.
Manco Giampaolo Nuvoli, direttore del ministero è un giglio.
“Ma almeno Nuvoli, pur passando ad altri schieramenti, ha conservato il rapporto umano”.
Buon cuore.
“A ferirmi è stato l’allontanamento di quelli che mi erano più vicini. Avrebbero potuto lamentarsi se il capitano si fosse salvato abbandonandoli sulla nave che affondava. Ma il capitano (ovvero il sottoscritto) è stato il primo a colare a picco”.
Anche i tre consiglieri regionali non hanno perso tempo.
“Neppure lo sapevo. Non ho più rapporti con loro. Non li sento, non li vedo, c’è stato black out. Solo adesso riesco a vedere una luce alla fine del tunnel”.
Beh, per qualcuno che s’è levato dai piedi sarà contento
“Sono felice di non avere più a che fare con quelli che avevo giudicato male. Quelli di cui, sbagliando, avevo deciso di fidarmi”.
L’Udeur è Mastella ma anche la moglie, il figlio, il suocero........
“No, il figlio no. Che centra mio figlio? Quanto al resto, capita”.
Cosa capita?
“Mia moglie non l’ho scelta io ma i segretari regionali del partito: serviva una donna e hanno pensato a lei. Capita, l’ho detto. Capita a Lombardo di avere il fratello deputato, a Fassino di avere la moglie onorevole, a La Russa di avere il fratello nominato assessore a Milano”.
Incriminazioni. Quante volte?
“Mai prima d’ora. Tengo a sottolineare che il gip di Catanzaro ha detto, nel prosciogliermi , che non andavo neppure iscritto nel registro degli indagati”.
Allora la magistratura funziona, non è tutta comunista.
“E chi l’ha mai detto? Il problema è un altro: vorrei sapere, adesso, chi mi ripaga. Ero ministro e non lo sono più, ero parlamentare e non lo sono più”.
Pensi a Berlusconi quando ritira il certificato penale.
“Silvio sbaglia a criticare la magistratura. Dovrebbe ringraziarla: la pioggia di comunicazioni giudiziarie che gli è caduta addosso è servita a farlo tornare a Palazzo Chigi. Tra me e lui c’è tutta via una differenza”.
Quale
“Io non ricuso i giudici. Quello che mi ha incriminato figurava tra i firmatari di un documento di solidarietà a favore del magistrato che mi aveva messo sotto accusa. Non ho la sindrome del complotto”.
Che gliene pare dell’Italia senza Mastella?
“Va avanti tranquillamente. Qualcuno aveva fatto credere che ero io il Male: cacciato me, tutto risolto. Sono quello dell’indulto, vero: nessuno ricorda però che l’hanno voluto deputati e senatori nella stragrande maggioranza. Morale: c’era proprio il desiderio di farmi fuori”.
Quanto dura il governo?
“Dura perché ha una maggioranza ampia. E se il centro sinistra non si sveglia si prende anche la prossima legislatura. La scelta del bipartitismo è stato un errore strategico”.
Il lodo Schifani invece?
“Buona idea, ma a partire dal prossimo inquilino di palazzo Chigi”.
E la proposta di prendere le impronte ai rom, bimbi comopresi?
“L’Italia sta perdendo il senso della carità. Ci stiamo avviando verso una pesante fase conflittuale con l’altro, col nostro prossimo”.
Di fatti il ministro dell’Interno metterebbe in galera anche i giornalisti.
“Quella della pubblicazione delle intercettazioni è una vicenda seria, non si può ignorarla. Io avevo previsto sanzioni e non l’arresto per i giornalisti che trasgredivano. C’è una differenza, no?
Nel trio Berlusconi-Fini-Bossi chi è più inaffidabile?
Non do pagelle ma il futuro è incerto. Il Pdl è instabile. Berlusconi ha grande capacità politica ma ne vedremo di belle al momento della successione. Stesso discorso per Bossi: quando non ci sarà più, ci sarà faida tra i suoi colonnelli”.
Romano Prodi
“Ho affetto per lui, nonostante tutto”
Vuol dire che l’ha fatto cadere con affetto?
“Come facevo a votarlo quando un terzo della sua, della nostra maggioranza era contro di me? Io non l’ho fatto cadere, ho solo preso atto”
Walter Veltroni le sarà eternamente grato
“Parliamoci chiaro: il governo non resisteva più dal giorno in cui Veltroni ha dichiarato che il Pd sarebbe andato da solo alle elezioni. In quello stesso momento la maggioranza si è dissolta. Non c’entro, davvero”.
Provi a chiederlo a Prodi.
“Scusate: non è strano che Romano abbia rifiutato qualunque incarico all’interno del Pd? Nessuno si chiede perchè non voglia fare il presidente del partito democratico. Mastella è solo un alibi”.
Si sussurra che con Berlusconi................
“Non ho congiurato con Silvio Berlusconi. Pensateci un attimo: con Prodi avevo conquistato il ministero della Giustizia. Berlusconi non avrebbe potuto darmi di più”
Pd.
“Non funziona, non può funzionare questo prendi-e-incolla tra Ds e Margherita. E’ innaturale”
Un ruolo-spugna lo ha avuto Casini.
“Si, certo”
Lei ha portato via molti voti
“Probabile”
Quando parla di Casini diventa telegrafico.
“Non c’è altro da dire, tutto qui”.
Berlusconi è stato aiutato dal Vaticano a vincere le elezioni?
“Non credo. I cattolici ormai sono diventati adulti e decidono in assoluta libertà. La Dc non esiste più”.
Però c’è Papa Ratzinger.
“Benedetto XVI tratta tutti i peccatori allo stesso modo”.
Se sono di centro destra però è meglio
“Non ho colto un atteggiamento del genere da parte del Santo Padre”.
Saremo mai un Paese normale?
“Io ci ho provato a normalizzare i rapporti con la magistratura. Mi hanno fatto fuori proprio per questo”.
A quando la rentrèe?
“Sto attraversando l’Italia con umiltà e pazienza. Sono come uno di quei cantanti che dopo aver vinto Sanremo gira per paesini e feste patronali”
Pensando alla vendetta.
“Tendenzialmente sono portato al perdono. Ma non con quelli che, con premeditazione, hanno voluto togliermi di mezzo”.
E quindi?
“Tornerò parlamentare, mi riprendo il mio. Poi, magari, il giorno dopo deciderò se andarmene definitivamente”.



.:: Indietro  |  Archivio ::.
 
Iniziative editoriali | News | Appuntamenti | Comunicati stampa | Contatti | Credits