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02.07.2008 - «La priorità è la giustizia non le toghe»
02.07.2008 "Il Campanile Nuovo" Mastella indica la rotta: «La sospensione dei processi la pagano i cittadini»
 
Lea Vendramel 

Uno sguardo al presente sullo scontro in atto nella giustizia, uno al passato sulla sua esperienza da Guardasigilli finita con la bufera che ha travolto lui e la sua famiglia e uno al futuro su quelli che sono i nodi del sistema giudiziario da sciogliere con maggiore urgenza. Sono molti gli aspetti su cui il leader dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella, ha messo l’accento nel corso della sua partecipazione ieri alla trasmissione radiofonica “Radio3mondo”, condotta da Maurizio Ciampa. Argomento del giorno, la giustizia appunto. A parlarne, oltre all’ex titolare di Via Arenula, anche la radicale Rita Bernardini e gli ascoltatori, chiamati ad intervenire in diretta. Punto di partenza del dibattito, l’attualità delle ultime settimane e il duro scontro tra maggioranza e opposizione sulla norma blocca processi e il lodo Schifani bis. «Il blocca processi credo sia una norma anticostituzionale, perché non garantisce che la legge sia uguale per tutti», è il parere di Mastella, che coglie l’occasione per sottolineare come in campagna elettorale «si era fatto un gran parlare della lotta alla microcriminalità, ma sono proprio i microreati che finirebbero con l’essere messi da parte perché non sono reati di grande rilievo». Diverse le sue valutazioni sul provvedimento che prevede l’immunità per le alte cariche dello Stato. «Penso che si possa fare, in altri Paesi è già prevista, è giusto garantire il mandato parlamentare secondo quella che era stata la considerazione primaria dei nostri costituenti, quindi salvaguardando l’immunità a prescindere dal fatto che si tratti del presidente del Consiglio o di altri – spiega Mastella – ma è necessaria una convergenza tra maggioranza e opposizione». Da questo punto di vista, l’ex Guardasigilli riconosce al leader della Lega, Umberto Bossi, un atteggiamento corretto. «Bossi invita all’equilibrio, ad abbassare i toni, evitando lo scontro tra maggioranza e opposizione e con la magistratura», osserva. Riguardo, invece, alla costituzionalità della misura, la parola toccherà alla Consulta, anche se la speranza è che «maggioranza e opposizione raggiungano un’intesa sulle questioni su cui c’è qualche rilievo: quando si tratta di istituzioni caratterizzate dalla neutralità è indispensabile». Ma al di là della stretta attualità, i problemi della giustizia sono altri e tali, a volte, da far perdere fiducia in essa. Ed è proprio questo che bisogna evitare, raccomanda Mastella, rispondendo ad un’ascoltatrice delusa dalla magistratura. Ricordando le sue vicende personali, che lo hanno portato lo scorso gennaio a dimettersi da Guardasigilli, il leader dell’Udeur non nasconde un certo rammarico, ma assicura di continuare ad «avere fiducia nella magistratura, perché la stragrande maggioranza dei magistrati sono seri e autorevoli, mentre sono una minoranza quelli in cui prevale un marcato tasso di ideologia o in cui c’è un interesse specifico». Detto questo, però, non bisogna confondere le priorità, fa notare, «ciò che serve è riorganizzare la giustizia e non i magistrati». Un obiettivo che lui stesso ha tentato di raggiungere, «con le intercettazioni e con la diminuzione a cinque anni dei processi penali e civili». Ed è questo che auspicano i cittadini, visto che sono loro a «pagare le conseguenze di una giustizia lenta e della sospensione del giudizio». Serve, quindi, una riforma, ma non va attuata «contro la magistratura, né con l’imposizione, serve l’intesa». Evidente il riferimento alle tensioni di questi giorni con il Csm, chiamato ad esprimere un parere sulla norma blocca processi. «Il sistema correntizio finisce a volte per esorbitare dall’impostazione costituzionale che il Csm ha», ammette Mastella, ma è importante «salvaguardare l’autonomia della magistratura e per farlo occorre che all’interno della magistratura ci sia l’imparzialità del giudizio, è l’imparzialità a richiamare l’autonomia».

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