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11.06.2008 - Mastella vede la ricetta «Aggregarsi subito». "Ripartano dal mio ddl"
11.06.2008 "da Avvenire" Il leader dell’Udeur spiega come sta riorganizzando, su scala regionale, il suo partito. Poi si rivolge a Casini: sediamoci ad un tavolo per ragionare.
 
da Roma Arturo Celletti

Esiste un'emergenza intercettazioni. Esiste una ferita, una malattia... Io avevo anche individuato la cura, ma gli egoismi di alcuni e le faziosità di altri...». Clemente Mastella ha appena cominciato a pescare nella memoria puntando l'indice contro alcuni settori della sua vecchia maggioranza e alcune frange della magistratura quando una domanda lo costringe a restare sull'attualità: oggi tocca ad Alfano, se la chiamasse per avere un'idea, un suggerimento? «Gli direi: "Punta senza esitazioni sul mio disegno di legge. Lascia inalterato quell'impianto, quell'archittetura... Fallo e le larghe intese così care al Quirinale sarebbero a portata di mano». Parla per quaranta minuti il capo dell'Udeur con la pretesa di farlo non da ex. L'Udeur morta? Mastella fuori dai giochi? «L'Udeur è malata, ma viva! La stiamo riorganizzando seguendo il modello spagnolo: saremo un partito regionale che sceglie alle politiche un partito nazionale. Ma corre libero nelle realtà locali». C'è voglia di rialzarsi e c'è anche una strada per provare a centrare quell'obiettivo così complicato. Costituente di centro? Un nuovo incontro con Casini? Mastella annuisce, ma non rinuncia a scandire l'avvertimento: «È una scommessa nuova, carica di fascino, ma serve generosità e soprattutto rapidità d'azione... Siamo a un bivio: in solitudine siamo condannati all'irrilevanza politica, alla scomparsa... La sfida allora è aggregarsi, è stare insieme. Ma abbiamo un obbligo: partire subito...».
Forse la situazione dell'Udeur e quella dell'Udc non sono...
Capisco quello che mi sta per dire, ma io ho il polso del territorio: il rischio che l'Udc perda pezzi è reale. E reale è che l'emoraggia faccia male anche a Casini. Vede, il centrodestra oggi vola, e quei dirigenti dell'Udc che per anni hanno lavorato nelle realtà locali a stretto contatto con di dirigenti dell'attuale Pdl oggi dicono "andiamo dove si vince".
E lei crede che la Costituente possa essere la medicina?
Da qui a qualche anno Berlusconi potrebbe decidere di fare altro, di puntare a traguardi ancora più prestigiosi e allora un'area politica potrebbe restare orfana... Capito? Ci potrebbe essere uno spazio da riempire, ma il passo va fatto oggi... Possiamo sederci al tavolo e ragionare. Noi, l'Udc, De Mita, magari un ceto intellettuale e universitario che esprime la cultura cattolica... Penso a uomini come il professor Mario Monti. Possiamo dimostrare di essere capaci di mettere a punto un programma moderno e incisivo rispetto all'evoluzione del Paese. E poi...
E poi che cosa?
C'è stato un effetto drogato. In Campania e sull'intero territorio nazionale. Berlusconi ha vinto, ma i demeriti del centrosinistra hanno pesato, eccome se hanno pesato.
La gente sente "Costituente di centro" e subito pensa a un terzo polo...
No, no, il terzo polo non esiste più! Serve un'area centrale capace di raccordarsi e di andare in alleanza. Ma si deve partire ora. Magari superando l'Udeur, l'Udc... E magari pensando di combinarne i colori, di fare qualcosa di diverso. Io vedo una grande sofferenza dell'area del cattolicesimo politico. Sia nel centrodestra, sia nel Pd dove servirebbe una sinistra sempre più riformista e senza più eccessi anticlericali.
Sarà, ma Pd e Pdl potrebbero darvi il colpo di grazia con un accordo sulla legge elettorale per le europee...
Veltroni deve fare attenzione: se pensa di fregarci con uno sbarramento al 5 per cento ed eliminando la preferenza noi reagiremo. Con un referendum. Ma anche chiudendo ogni tipo di dialogo a livello locale con il Pd. Voglio proprio vedere a quel punto Veltroni con chi fa le alleanze...
Come finirà la partita di Alfano sulle intercettazioni?
Ce la può fare, anzi ce la farà. Ma il disegno di legge deve tenere conto che non è possibile limitare le ricerche investigative... La strada è evitare abusi nelle pubblicazioni, è capire che tutto ciò che non ha attinenza con le indagini non deve poter essere utilizzato
E i magistrati?
Quelli che si affidano solo alle intercettazioni telefoniche hanno una capacità investigativa un po' pigra e rivelano una fallacia operativa... Ma il punto vero è un altro: qui è in gioco il rispetto della prima libertà costituzionale, quella della persona. Qui la parità è di civiltà e noi non possiamo rischiare di perderla.

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