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22.10.2010 - LO SCUDO PER IL PREMIER NON E' IMPUNITA'
da "L'inClemente", del 22 ottobre 2010, Rubrica del Nazione-Carlino-Giorno
 
La politica di questi ultimi mesi assomiglia molto ad un barometro che a giorni alterni, a seconda del precipitare o meno di determinate situazioni, ci offre previsioni più o meno buone. E l’accordo trovato nel centrodestra, anche con il concorso dei finiani, sul Lodo costituzionale Alfano, cioè sulla sospensione durante il mandato di eventuali processi per il Capo dello Stato e per il Presidente della Repubblica, sembra restituire al Paese un clima più sereno. Sarà così? E’ presto per dirlo. Solo i prossimi giorni ci diranno se la mediazione faticosamente raggiunta dal Ministro della Giustizia con i suoi interlocutori più riottosi è destinata a concretizzarsi in un voto favorevole del Parlamento. Una considerazione, però, occorre fare fin d’ora: fuori da ogni ipocrisia, il problema per ora riguarda Berlusconi ed il suo contenzioso con la giustizia. Un problema che non nasce oggi e che ci si sta trascinando da anni in uno “stop and go” che di fatto segna la stagnazione dei tanti problemi che affliggono gli italiani e che non sono quelli privati del Cavaliere, ma di tutto il Paese: dalla crisi economica alla disoccupazione, soprattutto giovanile, al dramma dei precari, alle aree depresse del nostro Mezzogiorno, agli ospedali, alla scuola. E ne cito solo alcuni. Ora l’interrogativo è molto semplice ed uno solo. Si ritiene che chi guida il Paese debba essere messo nelle migliori condizioni per assolvere al proprio compito e non essere distolto da altre situazioni? Se è così, e ritengo che sia così, il Lodo Alfano, così come sembra essere stato in questi giorni messo a punto, mi sembra risolva bene il problema. Come già previsto dalla legislazione francese, durante il proprio mandato, oggi il Presidente Berlusconi, domani un altro, piaccia o non piaccia, non può essere processato: anche per eventuali reati precedenti la sua elezione. Una norma, che se verrà introdotta, non dovrà far gridare allo scandalo se si vuole che chi è stato investito dal Popolo del compito di occuparsi e preoccuparsi dei problemi del Paese lo possa fare con serenità ed a tempo pieno. Qui non si tratta di impunità, perché quando sarà cessato dall’incarico, il beneficiario dello “Scudo”, in questo caso Berlusconi, libero da impegni di governo, dovrà tornare davanti ai giudici per tutti quei processi che lo riguarderanno. Un po’ come chi in casa ha un estintore. Non è che lo userà indipendentemente dalle esigenze. Vi ricorrerà solo quando eventualmente lo richiederà la situazione. E così è per lo scudo costituzionale. Immaginarne una finalità diversa significa a mio avviso strumentalizzarne la funzione.

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